L’estate dell’incanto è stata la mia ultima lettura di ottobre e, purtroppo, non mi ha entusiasmato. La voce narrante è quella di Miranda, una signora di novant’anni che ritorna con la memoria all’estate passata nella campagna toscana prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, alla figura del nonno, a quella del padre inspiegabilmente assente, all’amicizia con Lapo e al suo rapporto con natura e animali.
A questo si aggiungono riflessioni sulla vecchiaia e sul suo presente, in cui tutto viene avvolto da un senso di fine e foschia.
Perché non mi ha convinta?
Ho trovato questo romanzo un po’ troppo statico e ripetitivo (forse per via della voce narrante anziana?), mi sarebbe piaciuto approfondire aspetti della personalità e della vita di Miranda solo accennati, avrei voluto che il tema della guerra e del suo scoppio imminente fosse trattato diversamente, in modo più problematico e sottile e, per concludere, l’utilizzo del dialetto toscano mi è sembrato un po’ artificioso e forzato.
Fatemi sapere se l’avete letto, se vi è piaciuto o se, anche voi, non siete rimasti completamente soddisfatti!